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lunedì 22 ottobre 2012

IL CICLISMO CHE CI MANCA

1647477420.jpgPedalano per 60 mila chilometri  l’anno,guadagnano meno degli altri e faticano di piu’. Di doping meglio fare un discorso a parte., più si va avanti e più e’ uno schifo. Meglio parlare di ciclisti di ieri…." I poveri sono matti" diceva Zavattini. La bici servì a  Coppi per non andare a zappare ogni mattina sui terreni argillosi del suo paese Castellania.E che dire del suo acerrimo avversario Bartali detto "Ginettaccio". A Binda per non continuare a fare lo stuccatore.... proprio lui che  derideva gli avversari dell epoca  con le sue continue vittorie.,e che dire del" Leone delle Fiandre " Fiorenzo Magni...

 Bè Fiorenzo Magni.il terzo uomo, grinta a non finire per lui,prendeva treni che lo portavano su fino al Nord, dormiva come poteva, sempre con un occhio alla bici, e poi vinceva il Giro delle Fiandre,roba da niente per un ciclista delle sue qualità. Auro Bulbarelli ha scritto un libro su di lui semplicemente stupendo ." Il ciclista si guadagna il pane lontano da casa," come  ricorda sempre Damiano Cunego..  Ecco questo  si che è un cavallo di razza ,  uno dei pochissimi Campionissimi del ciclismo moderno....
 E Quella volta che Gaul si fermò dietro al cespuglio per un bisogno fisiologico e perse il Giro del '57. In casi del genere il codice d'onore stabilisce che non si attacca, ma Bobet e Nencini non la pensarono allo stesso modo. "Peggio per lui." pensarono ..E poi l' immenso Pantani  che per abbreviare la fatica volava in salita ...  lui si che menava.    Il ciclista gira il mondo, ma non lo visita, cosi' e' e così sarà, pedala  sempre con umiltà... senza osservare i paesaggi e le culture che lo circondano.

A me piace il ciclismo di ieri , non quello di oggi .
A risentirci:  
Giulio Carcereri