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domenica 27 gennaio 2013

DA FAUSTO COPPI A LANCE ARMSTRONG, IL DOPING E' NATO CON IL CICLISMO


COME LANCE ARMSTRONG, ANCHE IL CAMPIONISSIMO FAUSTO COPPI,  A SUO TEMPO, RILASCIO' UN'INTERVISTA RIGUARDANTE PROPRIE PRATICHE DOPANTI, MA POCO FU IL SUO IMPATTO MEDIATICO, SICURAMENTE NON COME QUELLO OTTENUTO DA LANCE SUL DIVANO DI OPRAH. EPPURE L'OMBRA DEL DOPING SI ERA GIA' INSINUATA VELOCE NEL MONDO DEL CILCISMO. MA DA ALLORA MOLTO E' CAMBIATO.


"Coppi nel finale di un Giro della Campagna stava già benissimo, a un certo punto lo vedo estrarre dalla tasca una bottiglietta di plastica e comincia ad agitarla sorridendo e indirizzandola in nostra direzione. Ci chiese se doveva prenderla o meno: era la bomba."  Molte sono state le dicerie riguardo quella fantomatica bomba, tutti la prendevano ma la sua effettiva composizione non la sapevano in molti.


Di fatto si poteva considerare vero e proprio doping, poiché oltre a caffè ristretti, molti erano gli stimolanti e farmaci immessi nella piccola bottiglietta di plastica. Ma in realtà di controlli anti doping, a quei tempi, non c'era neanche l'ombra, e i pochi farmaci che si conoscevano erano prendibili e consentiti. Il primo controllo antidoping, obbligatorio, è datato 1966. Molti furono i ciclisti che ammisero l'uso di tali sostanze, almeno fino al fatidico 66, da allora iniziò l'escalation delle pene, dalla perdita di qualche secondo in classifica generale alla sospensione per qualche mese fino ad arrivare alla "radiazione moderna" come nel caso Armstrong. Questa la trascrizione dell' intervista : Fausto Coppi, tutti i corridori portano una borraccetta nella tasca posteriore dei calzoncini. Se vi domandano cosa contiene, come rispondete? «Caffè, solo caffè». Oppure? «Petocona, ricostituente». E invece cosa contiene la borraccetta segreta? «La bomba». Le dispiace spiegare agli ascoltatori cos' è una bomba? «Una bomba dovrebbe essere un paio di gambe di ricambio: è composta da ingredienti segreti, i più importanti sono la simpamina e la fiducia che la bomba funzioni». Tutti i corridori prendono le bombe? «Sì, tutti. E a quelli che dicono di non prenderne è bene non avvicinarsi con fiammiferi accesi». Lei prende bombe, Coppi? «Naturalmente, quando servono». E quand' è che serve? «Quasi sempre». Si possono trovare anche file audio di tale celere intervista, e ascoltando il campionissimo vi sembrerà il tutto recitato oppure letto su foglio di carta, tutto preparato, niente di spontaneo. L'opinione pubblica non diede molto peso alla vicenda, forse fu questo un primissimo errore che ha portato dove siamo adesso. Era un'altro ciclismo dove essere un forzato della strada, così i ciclisti venivano chiamati, significava pedalare per 250 km al giorno con mezzi che sfioravano i tredici chili su strade che oggi definiremmo  quasi come mulattiere. Vi sono altri due aneddoti riguardanti Fausto e la famigerata bomba, ma entrambi lo sfiorano soltanto. Tutto ebbe inizio quando Fusto entrò per errore in una camera d'albergo adibita a spogliatoio, dove vide il massaggiatore della squadra belga con una moltitudine di farmaci sparsi sul divano, da li a pochi giorni si accorse quanto i corridori belgi fossero effettivamente i più spiritati di tutti. Il secondo aneddoto risale a metà degli anni Cinquanta, quando durante il Musichiere condotto da Mario Riva duettarono proprio Faustino Coppi e Gino Bartali. Sulla parafrasi della canzone di Michele Testa "Come Pioveva" i due arcirivali cantavano:


Fausto: "Giro d'Italia ne ho vinti tanti senza l'uso di droghe eccitanti"
Gino:" Giri d'italia si lui ne vinceva, ma ne prendeva o si se ne prendeva"  

La conferma anche in questo ironico aneddoto, il ciclismo si può dire dunque si nato assieme al doping, ma quest'ultimo si è evoluto più velocemente rispetto al primo. Non è retorica ripetere quanto il sistema doping sia, e sempre sarà un passo avanti alla scienza volta a combatterlo. Numerose furono le testimonianze degli effetti che questi stimolanti avevano sul fisico e sulla psiche di un ciclista di allora, stessi effetti riscontrati poi nelle testimonianze di atleti pentiti di oggi. Ne parla Renzo Soldani:" Utilizzare la bomba voleva dire essere stimolati anche quando non serviva, e ciò era molto dannoso, la notte infatti si rimaneva agitati senza prendere sonno, e quindi non si riusciva a recuperare le forze per il giorno successivo. Soldani specifica poi anche il contenuto di quella reputata un secondo paio di gambe: " Il borraccino conteneva alcuni caffè ristretti con pastiglie di stimolanti, il più usato era la simpamina, ma la migliore era la metredina, era piu costosa, ma si smaltiva meglio. In gara, molti, ne prendevano anche cinque o sei, mentendo poi sulla loro assunzione." Se per quanto riguarda l'airone di Castellania è assodata qualche sua assunzione, diversamente si può dire per Gino Bartali, il quale non amava particolarmente bere dal "borraccino", lo testimonia ancora Soldani:" No, Gino di Bomba non ne voleva sapere nulla, perché l'aveva provata una volta e lo aveva mandato fuori giri, dubitava per fino del suo fido gregario pazzo Aldo Bini, il quale immetteva tali farmaci nella borraccia del suo capitano, il ragionamento era semplice, vince lui, più soldi per i suoi gregari. Ma Gino se ne accorse subito, da allora le sue borracce se le portava sempre accanto."  Si racconta che tale Gino Bini, tornato da una corsa doveva non aveva fatto uso della bomba, la verso nel pollaio della nonna per testarne gli effetti, ne ottene che il giorno dopo le galline erano tutte stecchite.